Attraversando gli antichi borghi del Molise si realizza un incontro ravvicinato con una cultura millenaria, che trae le sue origini dalla civiltà sannita e da quella romana. In molti piccoli centri di questa regione, aggrappati alle pendici delle vette più aspre dell'Appennino, si respira un'atmosfera quasi surreale, capace di proiettare il visitatore indietro nel tempo e di sorprenderlo con paesaggi e scorci di grande suggestione. Il viaggio alla scoperta di questi luoghi, però, deve necessariamente partire dal capoluogo, Campobasso, e dal suo splendido centro storico medievale. Il borgo è situato nella parte alta della città ed è attualmente abbandonato, a causa di una serie di terremoti (l'ultimo dei quali nel 1815). Sulla città vecchia domina il Castello di Monforte, anch'esso di epoca medievale ma ristrutturato nel 1458, proprio in conseguenza di un sisma. L'imponente edificio era racchiuso in un sistema ampio e articolato di mura e torri, le ultime delle quali furono estese lungo le pendici del monte, inglobando il centro abitato. Un ottimo esempio di architettura normanna è offerto, invece, dalla chiesa di Santa Maria della Croce, edificata per volere della Confraternita dei Crociati poco dopo il Mille. L'arco a tutto sesto del portale è sormontato da un bel rosone e dà accesso alla navata centrale. Gli interni e le decorazioni risalgono a varie epoche: molto interessanti l'altare maggiore settecentesco e gli affreschi realizzati da Amedeo Trivisonno attorno al 1940. Da vedere anche la chiesa duecentesca di San Bartolomeo e quella ancor più antica di San Giorgio: entrambe erette alle pendici del colle sulla cui sommità si erge il castello. Da Campobasso ci si dirige verso sud per una breve tappa a Vinchiaturo, un paesino che vanta origini romane, testimoniate dalle iscrizioni di alcune lapidi rinvenute nel territorio del comune. Sull'altura che sovrasta il centro abitato si trova la bellissima chiesa romanica di Santa Croce, anch'essa danneggiata e ristrutturata più volte a causa dei terremoti. Accanto alla facciata neoclassica si staglia la caratteristica torre campanaria a quattro piani, mentre all'interno del tempio si ammirano un altare maggiore composto da marmi pregiati, un imponente organo ligneo del Settecento e, soprattutto, il magnifico coro dell'abside, decorato con tredici pannelli raffiguranti Cristo e gli Apostoli. Da Vinchiaturo, attraverso San Giuliano del Sannio, si raggiunge il borgo di Sepino, appollaiato su un colle che costituisce l'ultima propaggine settentrionale del massiccio del Matese. Il paese appare completamente immerso in un bosco fitto e lussureggiante. Merita una visita il suo centro storico, costellato da viuzze strette e pittoresche e impreziosito da una piazza elegante e dalla chiesa di Santa Cristina. Ma la principale attrattiva di Sepino è data senz'altro dai suoi siti archeologici: alla civiltà sannita risalgono i ruderi di Saipins, importante punto di snodo mercantile rinforzato da strutture difensive. Poco distante si incontrano le mura megalitiche, lunghe circa mezzo chilometro, nelle quali si aprono tre porte d'accesso all'antica città. Un secondo progetto di scavi archeologici ha portato alla luce i resti dell'insediamento romano, Saepinum, pure cinto da mura difensive intervallate da torri e porte. Imboccando la Statale 17 si raggiunge Bojano, l'antica capitale dei Sanniti Pentri, fondata nel IV secolo a.C. presso le sorgenti del Biferno. Attaccata più volte dai Romani, Bojano divenne infine municipium, mantenendo il suo ruolo centrale nella regione. Del castello medievale restano, purtroppo, solo i ruderi. Ma ai suoi piedi, il borgo antico (la “Civita”) appare ottimamente conservato. Attraversando vicoletti, passaggi arcuati e angoli suggestivi si raggiunge la piazzetta di Civita con il belvedere affacciato sulla valle. Molto interessante anche la Cattedrale di San Bartolomeo, con un portale gotico e un rosone finemente decorato. Motivi e simbologie vegetali e animali impreziosiscono gli esterni di questa chiesa, come della vicina Sant'Erasmo, dotata di uno splendido portale. Da Bojano si prosegue sulla S.S. 17 per visitare lo straordinario sito paleolitico di Isernia, venuto alla luce per caso nel 1978. In località La Pineta, un viottolo tortuoso si snoda nel verde e conduce all'accampamento dell'Homo Erectus. Stupisce l'abbondanza dei resti ossei degli animali cacciati da questo antenato dell'uomo, di
cui sono stati rinvenute decine di migliaia di reperti utilissimi a ricostruirne il livello evolutivo. Oggi La Pineta è un punto di riferimento sia per i turisti, sia per i paleontologi provenienti da tutto il mondo. Da visitare, a Isernia, la bella Cattedrale edificata in stile greco-bizantino sui resti di un tempio pagano, il Palazzo San Francesco, sede del Municipio, che in parte conserva l'originario aspetto gotico, e la caratteristica Fontana Fraterna, costruita alla fine del Duecento in onore di Celestino V (nato forse proprio a Isernia). La fontana si presenta come un portico a sei archi delimitati da altrettante colonne e sormontati da una serie di arcatelle cieche. Alcuni dei materiali di recupero usati per la sua realizzazione derivano, probabilmente, dal monumento sepolcrale di Ponzio Pilato.