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Lunedì, 29/05/2023
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La Valle dei Templi

tempio di giunone lacinia

Quella che impropriamente si definisce “Valle dei Templi” è un pianoro roccioso che si incontra fra Agrigento e la costa meridionale siciliana, sul quale sono adagiate le testimonianze della più fiorente colonia della Magna Grecia: Akragas. Per il poeta Pindaro, che per lungo tempo fu qui ospite del tiranno Terone, questa era “la più bella città dei mortali”. In effetti il parco archeologico, comprendente un'area di circa 15.000 metri quadri, restituisce l'immagine della grande città fondata dai Greci e successivamente occupata dai Romani, costellata da colossali templi dorici che inevitabilmente eccitano l'immaginazione. La maggior parte di questi furono innalzati durante il V secolo a.C. e, dopo l'incendio dei Cartaginesi nel 406a.C., furono restaurati nel corso del periodo romano. Più tardi i terremoti e i saccheggi ne intaccarono l'integrità, come nel caso del Tempio di Giove Olimpico, che divenne la “Cava dei Giganti” da cui si ricavavano materiali per la costruzione della vicina chiesa di San Nicola e dei moli di Porto Empedocle. Unica eccezione è l'elegante Tempio della Concordia che dal 450a.C. sopravvive intatto con le sue 38 colonne doriche, grazie alla successiva trasformazione in basilica cristiana. Come tutti gli edifici sacri della Valle dei Templi fu orientato a est, così che la luce del sole nascente poteva illuminare la cella con la statua del dio. Nella parte più alta dell'insediamento greco svettano le rovine del Tempio di Giunone Lacinia (la dea protettrice del matrimonio) dove si celebravano i riti nuziali. Restano in piedi 25 colonne, parte del peristilio e della cella. Sul versante opposto della spianata, ecco il Tempio di Ercole (il più antico), con le sue nove colonne rialzate nel 1922, e i ruderi superstiti del Tempio di Giove con i colossali telamoni (pilastri con sembianze umane) che ne sostenevano la trabeazione. Per gli studiosi doveva essere uno dei più grandi templi innalzati dai Greci (secondo solo a quello di Diana a Efeso) e fu probabilmente costruito in ringraziamento per la storica vittoria riportata sui Cartaginesi a Himera, nel 480a.C. Più esigue, ma pittoresche, le rovine del Tempio dei Dioscuri, detto anche di Castore e Polluce, divenute non a caso il simbolo del parco archeologico. Resta poco dei templi dedicati a Vulcano e a Esculapio (quest'ultimo posto fuori dalle mura) mentre la cosiddetta Tomba di Terone è un compatto monumento in pietra tufacea eretto in memoria dei caduti della seconda guerra punica. I ruderi delle più sofisticate costruzioni civili, ricche di decorazioni musive e architettoniche, si incontrano percorrendo il quartiere ellenistico-romano (fra queste la Casa delle Afroditi, la Casa del Peristilio e la Casa del Maestro astrattista), ma uno dei luoghi più affascinanti è oggi la Kolymbetra: un bacino di 5 ettari (i Greci lo chiamavano “la piscina degli dei”) che serviva a rifornire d'acqua la città e il territorio circostante e che oggi è occupato da un lussureggiante giardino di agrumi, ulivi e piante esotiche, affidato alle cure del Fai.

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