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Lunedì, 29/05/2023
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Ivrea: il Carnevale storico che inneggia alla libertà

Da due secoli anni il Carnevale di Ivrea, unico nel suo genere, racconta una storia precisa che vede protagonisti personaggi ideali: non maschere ma interpreti di antichi avvenimenti e simbolo di valori libertari. La prima vicenda storica risale al Medioevo, quando Raineri di Biandrate esercitava il suo potere dispotico sulla città. Nel 1194 il popolo, esasperato dalle violenze e dai soprusi del tiranno, si ribellò e ne distrusse il castello. La rivolta oggi è rappresentata, nei giorni del Carnevale, dalla celeberrima Battaglia delle Arance. Questa guerra simulata oppone gli aranceri a piedi, simbolo del popolo insorto, a quelli sui carri: le guardie del tiranno. Oggi chiunque può iscriversi in una delle squadre e prendere parte allo scontro simbolico, che ormai annovera molti “eporediesi d'adozione”. Ma la manifestazione attuale trae spunto anche da vicende più recenti. Fino agli albori del XIX secolo, infatti, i rioni della città usavano festeggiare il Carnevale separatamente, dando sfogo alla tradizionale rivalità che spesso sfociava in scontri violenti. Fu il governo napoleonico, nel 1808, a imporre la riunificazione di questa festa sotto il controllo di un gruppo di cittadini chiamati a indossare la divisa dell'esercito francese. Da questa usanza nasce un altro dei personaggi protagonisti del Carnevale, il Generale, attorniato da Aiutanti di Campo e Ufficiali di Stato Maggiore. Al generale si contrappone la Mugnaia, simbolo dell'affrancamento dalla tirannia. Altre figure tradizionali della festa eporediese sono il Sostituto Gran Cancelliere, una sorta di segretario che presenzia a ogni cerimonia, i Pifferi e Tamburi, che scandiscono i tempi del Carnevale evocando antiche marcette sabaude, gli Abbà, dieci bambini in costume rinascimentale che rappresentano i rioni della città. A queste figure si affiancano il Podestà, capo del governo comunale, e gli Alfieri che aprono la marcia del Carnevale ed espongono le storiche bandiere dei rioni. Quest'anno, dopo la consueta apertura del Carnevale nel giorno dell'Epifania, la festa entra nel vivo domenica 20 gennaio, attorno al gigantesco pentolone in cui vengono messi a cuocere più di cinque quintali di fagioli. La degustazione di “Fagiolandia” include anche altri piatti tradizionali del Canavese. Segue la cerimonia della “Prise du drapeau” (la consegna della bandiera), e la parata del Corpo di Stato Maggiore e della banda dei Pifferi e Tamburi. Nel pomeriggio, il Generale, lo Stato Maggiore e i Pifferi si recano presso l'abitazione degli Abbà per la cerimonia dell'Alzata: i bambini vengono issati a braccia dal balcone e presentati alla folla acclamante. La domenica seguente (27 gennaio) si tiene la prima sfilata dei carri e delle squadre degli aranceri a piedi, con la partecipazione di gruppi folcloristici, che culmina con la cerimonia della Riappacificazione fra gli abitanti dei rioni del Castellazzo e del Borghetto. Giovedì 31 gennaio avviene il simbolico passaggio dei poteri dal Sindaco al Generale: cerimonie e sfilate cominciano a susseguirsi a ritmo serrato. La sera del Sabato Grasso, dalla loggia esterna del Palazzo Civico, viene presentata la “Vezzosa Mugnaia”. Domenica 3 febbraio, dopo la presentazione e la marcia dei gruppi storici, ha inizio la Battaglia delle Arance, destinata a ripetersi, a partire dal primo pomeriggio, negli ultimi due giorni di Carnevale. La sera del Lunedì Grasso, bande e gruppi folcloristici danno vita ad un grandioso spettacolo per le vie del centro storico. La sera del Martedì Grasso, invece, terminata la premiazione delle squadre di aranceri e dei carri da getto, è il momento dell'Abbruciamento degli Scarli, nei rioni cittadini e in Piazza di Città. Con la Marcia Funebre si chiude il Carnevale, in un repentino passaggio di consegne fra licenziosità e penitenza.

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