La Gola di Bard, uno stretto passaggio scavato dalla Dora Baltea tra Pont Saint Martin e Verrès, in Valle d'Aosta, costituisce da sempre uno dei pochi passaggi utili a valicare le Alpi penetrando in territorio italiano. Tra la Dora e lo strapiombo roccioso si snoda, non a caso, il tracciato di una strada romana, la via consolare delle Gallie, scavata in gran parte nella roccia. A dimostrarne l'importanza strategica bastano alcuni elementi architettonici tuttora visibili, come mura, arcate e un ponte sul fiume. Per il suo rilievo strategico, e per la necessità di sbarrare il passo alle invasioni, il sito fu fortificato, probabilmente, già in epoca pre-romana. I primi documenti sull'esistenza di un castello risalgono al 1034, quando Bard apparteneva al visconte di Aosta. Espugnato nel 1242 da Amedeo IV di Savoia, il castello passò per sempre sotto il dominio sabaudo. I Savoia ne fecero il presidio militare più importante della Val d'Aosta, tanto che, nel 1661, il duca Carlo Emanuele II fece smantellare le piazzeforti di Verrès e Montjovet per trasferire tutta l'artiglieria a Bard. Ma l'evento cruciale per il destino della roccaforte, nonché per il suo assetto attuale, si sarebbe verificato molto più tardi, nell'anno 1800: Napoleone aveva appena varcato il Gran San Bernardo con un'armata di 40.000 uomini, puntando verso la Pianura Padana dove erano allineate le truppe piemontesi. Il generale dovette fare i conti con la resistenza di Bard, dove una guarnigione austriaca gli sbarrò il passo per due settimane, arrendendosi il 1° giugno con l'onore delle armi. Indispettito dall'ostacolo incontrato, Napoleone fece radere al suolo l'intera struttura. Nel 1830, sotto Carlo Felice, il Forte di Bard rinacque più imponente e minaccioso che mai, sempre allo scopo di impedire un'invasione dalla Francia. Il progetto fu affidato all'ingegnere militare Francesco Antonio Olivero, ufficiale del Corpo Reale del Genio. In soli otto anni, dal 1830 al '38, prese forma la nuova piazzaforte di ardita concezione architettonica, dotata dei sistemi difensivi più efficienti all'epoca. Tre corpi di fabbrica furono disposti su diversi livelli: l'Opera Ferdinando in basso, a forma di tenaglia, l'Opera Vittorio nella zona mediana e l'Opera Carlo Alberto in alto, a ridosso della cinta muraria. Questo sistema a strutture autonome, munite di casematte per l'artiglieria, era in grado di garantire la reciproca difesa in caso di un attacco nemico. Nel complesso la fortezza poteva ospitare, in condizioni di necessità, quasi un migliaio di soldati. I magazzini potevano contenere munizioni e provviste sufficienti per tre mesi e l'armamento contava una cinquantina di bocche da fuoco. Di fatto, la monumentale struttura militare di Bard non fu mai impiegata e cadde in declino alla fine dell'Ottocento. Solo di recente, con una straordinaria opera di ristrutturazione, il Forte è tornato allo splendore originario, ritrovando il suo aspetto di barriera insuperabile, aggrappata al fianco della montagna. Tutti gli edifici sono stati recuperati, arredati dal famoso designer Vico Magistretti, e dotati di ogni comfort. La tortuosa strada d'accesso, panoramica e suggestiva, che sale al forte attraverso numerosi tornanti è stata risistemata. Ma la funzione della struttura è radicalmente cambiata: l'opera di valorizzazione della Regione Val d'Aosta ne ha fatto una porta d'accesso alla cultura e alle tradizioni delle Alpi, un luogo di incontro e di condivisione del patrimonio ambientale, turistico, enogastronomico e culturale della Valle. In cima alla cresta rocciosa, l'Opera Carlo Alberto con il grande cortile quadrangolare della Piazza d'Armi, circondato da un ampio porticato, ospita dal 2006 il Museo delle Alpi. Un percorso avveniristico, che privilegia l'interattività e il coinvolgimento di tutti i sensi, raccontando la montagna “vissuta e trasformata” dall'uomo. Fra suoni, proiezioni e schermi touch-screen si entra nel vivo del paesaggio alpino, della sua natura e della sua civiltà. Al museo si accede grazie ad avveniristici ascensori esterni di cristallo ch
e dal borgo medievale di Bard, ai piedi del Forte, salgono sino alla rocca. Da lì, lungo un'imponente scala di vetro e acciaio, si raggiunge il primo piano dell'Opera. Al Museo delle Alpi, che già ospita eventi culturali e mostre temporanee, si aggiungeranno nel 2008 il museo interattivo “Le Alpi dei ragazzi”, allestito nell'Opera Vittorio, il Museo delle Frontiere e il Museo del Forte, nell'Opera Ferdinando. I lavori di ristrutturazione e ammodernamento del Forte hanno consentito inoltre la creazione di una caffetteria e di un esclusivo hotel da 11 stanze che conserva gli affreschi originali, raffiguranti le piazze di Torino, su cui campeggia lo stemma dei Savoia.