Nel cuore della Roma barocca, la forma allungata di Piazza Navona ricalca quella dello stadio fatto costruire da Domiziano per ospitare le gare di atletica. Lunga oltre 270 metri e larga 55, l'arena poteva ospitare più di 30.000 spettatori. Dopo la caduta dell'impero romano sui resti delle gradinate cominciarono a sorgere case e torri finché, nel Seicento, papa Innocenzo X fece abbattere interi isolati per conferire una fisionomia nuova e unitaria a questa vasta spianata. Piazza Navona doveva infatti diventare il simbolo della grandezza della famiglia Pamphili, rivale dei Barberini e dei Farnese. Fino all'Ottocento in questo ambiente scenografico si tennero spettacoli di ogni genere, mercati, rappresentazioni, corse di cavalli e, secondo la tradizione, persino battaglie navali quando, ad agosto, la piazza veniva allagata. I massimi architetti attivi nel Seicento a Roma entrarono spesso in competizione per aggiudicarsi i lavori di costruzione degli edifici più importanti. Fra le residenze private spicca naturalmente il Palazzo Pamphili progettato da Girolamo Rainaldi, con la splendida loggia del Borromini affrescata da Pietro da Cortona. Lo stesso Francesco Borromini subentrò al Rainaldi, nel 1653, per il progetto della chiesa di Sant'Agnese in Agone, che troneggia al centro del lato occidentale. Dedicata a una fanciulla morta nello stadio di Diocleziano, proprio nel punto in cui sorge, la chiesa costituisce un esempio straordinario del talento del Borromini, il quale concepì la caratteristica facciata convessa, affiancata dalle due torri campanarie gemelle, per dare più risalto alla grande cupola. All'interno, a croce greca, trionfano le decorazioni barocche: grandi rilievi marmorei ai sette altari, statue e affreschi. Qui si trova anche il monumento funebre di Innocenzo X Pamphili. Un'apertura nel tamburo della cupola consentiva al pontefice di assistere ai riti direttamente dal suo appartamento. A Gian Lorenzo Bernini, eterno rivale del Borromini, fu affidato invece l'incarico di progettare la spettacolare Fontana dei Fiumi proprio di fronte a Sant'Agnese in Agone. Attualmente sulla fontana è posto l'obelisco egizio proveniente dal Circo di Massenzio, sulla via Appia. Sulle sporgenze di una scogliera marmorea i collaboratori del Bernini raffigurarono le personificazioni di quattro grandi fiumi, il Danubio, il Gange, il Rio della Plata e il Nilo, in rappresentanza dei continenti allora conosciuti. Il bacino è popolato da un leone e altri animali fantastici mentre una colomba di bronzo, posta al vertice della fontana, simboleggia al tempo stesso la famiglia Pamphili e il ruolo della Chiesa nel mondo. Secondo una leggenda nata già al tempo dei lavori, l'atteggiamento delle figure antropomorfe esprimerebbe il giudizio del Bernini sull'opera del rivale: il Rio della Plata avrebbe la mano levata per proteggersi dal crollo della chiesa del Bernini, mentre il Nilo avrebbe il capo velato per non vedere l'edificio. Alle estremità di Piazza Navona si ammirano altre due fontane costruite su disegno di Giacomo della Porta: la Fontana del Nettuno (originariamente “dei Calderai”) e la Fontana del Moro.